Avete presente quanto urla un allenatore come Conte con il terzino che gioca dall’altra parte del campo? Bene, allora pensate come lo stordirebbe se avesse la possibilità di parlargli faccia a faccia durante un time out.
Alla sola idea rabbrividiscono Asamoah e Lichtsteiner, e lo stesso incubo attraversa di sicuro i pensieri di Nagatomo e Jonathan, visto che gli esterni sono la principale preoccupazione di Mazzarri. Una sospensione per parlare con i giocatori «farebbe comodo» al nuovo allenatore dell’Inter, che l’ha sperimentata (una per tempo) in estate, durante l’amichevole contro l’Amburgo in un afoso pomeriggio tedesco.
La categoria degli allenatori è da sempre spaccata sul tema. Nel 1991, quando provò a proporlo Bagnoli, Boškov e Zoff votarono contro il time out e ancora oggi c’è chi, come Mourinho, gradirebbe la pausa (o almeno più libertà di movimento lungo la linea laterale) e chi non ne sente alcun bisogno o non sopporta l’idea che il calcio perda le sue peculiarità fermandosi per un minuto. Un minuto e mezzo o al massimo due, come è accaduto nell’esperimento (rimasto tale) del Mondiale femminile del 1995. La Fifa per ora non ha voluto percorrere questa strada.
Io vedo almeno uno svantaggio, significativo soprattutto per la serie A: certe partite sono così lente e noiose che fermarle sarebbe un atto di masochismo nei confronti dei tifosi. In compenso penso a vantaggi diffusi: aiuterebbe un allenatore a rimettere in sesto la sua squadra che ha subìto due gol in un amen o ha perso un giocatore per espulsione; l’attaccante vanitoso potrebbe approfittarne per sistemarsi la cresta; si venderebbero più gelati, biscotti, noccioline e borghetti in tribuna; sarebbe il momento giusto per trasmettere sul maxischermo gli highlights della partita e, soprattutto, le tv potrebbero mandare in onda una finestra di spot in più.
Giusto o sbagliato che sia, ci si può scommettere: se un giorno la questione del time out si proporrà seriamente sarà per quest’ultimo motivo, le tv. Negli Stati Uniti il soccer dilaga, è uno sport sempre più popolare nei college e anche la Mls ha un appeal consolidato fra gli appassionati. Ma in tv non decolla proprio perché, a differenza degli altri sport, il calcio non offre pause, non ci puoi inserire dentro gli spot. Più pubblicità, uguale maggiore valore economico del prodotto televisivo, e di questi tempi si sa che sono i diritti tv a tenere in piedi la serie A. In Italia abbiamo sopportato per anni la ‘breve pausa pubblicitaria‘ mentre si batteva una rimessa laterale o un giocatore finiva a terra per un fallo. Era fastidioso, ma siamo sicuri che lo sarebbe anche un time out in campo?
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